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giovedì 25 novembre 2010

Allungamenti di una molla / 2

Nella seconda sessione i ragazzi hanno eseguito le misure direttamente.

Obiettivo: riempire la tabella sperimentale con almeno 5 misure, escluso lo zero, e verificare che il rapporto massa/allungamento rimane approssimativamente costante.
Aspetti interessanti:
  • non banale per alcuni distinguere tra posizione x (dell'estremo libero della molla), e allungamento L (rispetto alla posizione a riposo): molti confondevano le due grandezze nel calcolare il rapporto con M;
  • lo stesso con gli incrementi di massa: inizialmente alcuni rapportvano gli incrementi di massa (sempre uguali) con l'allungamento rispetto alla posizione di riposo: "prof, i conti non tornano!";
  • una lettura su un righello va fatta bene e può essere sbagliata anche di un paio di mm, se non ci si imposta bene (ad esempio, se non ci si smuove dallo sgabello...)
cosa non si impara col lab!

Trucchi:
  • siccome non avevo ancora le sbarre trasversali, ho usato delle matite.
    Poi ho trovato dal ferramenta uno splendido tondino in alluminio lungo 1 m, diametro 8mm, dal costo di qualche euro, che mi accingo a tagliare con un seghetto da ferro economico;
  • è fondamentale partire con la molla già un po' in tensione: infatti se essa tende a stare tutta compressa, non è in condizioni di linearità (almeno, i dati non lo sono :-) )
  • sempre dal ferramenta ho trovato delle bellissime rondelle, ottime per incrementi regolari di massa: massa 10 g, diametro interno 0,7 cm circa, ne ho comprate una sessantina. Ed ho preso anche 5 "ganci", usati come porta-massa, che pesano un 20g solo loro, ottimi per tendere inizialmente la molla.

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